Epilobium angustifolium e attività anticolinesterasica

Torna a Blog
epilobium angustifolium camenerio

Epilobium angustifolium e attività anticolinesterasica

L’Epilobium angustifolium, conosciuta anche come camenerio, è una pianta che in diversi studi ha manifestato alcune attività virtuose per l’organismo.

Gli estratti di Epilobium angustifolium, una pianta erbacea conosciuta anche come camenerio, vantano un impiego tradizionale nella medicina popolare ed in tempi recenti le sue proprietà sono state oggetto di diversi studi accademici. Nello specifico, diversi ricercatori ne hanno esaltato – tra le varie cose – l’azione virtuosa per la salute della prostata e della pelle

Gli autori di una recente ricerca hanno concentrato i propri sforzi nell’analizzare approfonditamente l’attività antiossidante, antiradicalica, antinfiammatoria e riducente degli estratti di questa pianta, osservando anche la possibilità di un potenziale impiego per il trattamento dell’Alzheimer, misurando l’evoluzione dell’attività anticolinesterasica durante la digestione in vitro.

Lo studio

L’analisi sui composti fenolici contenuti negli estratti di camenerio ha evidenziato la presenza di diversi composti bioattivi, in particolare acidi fenolici (acido gallico, vanillico, idrossibenzoico, ferulico e clorogenico), flavonoidi (quercetina, kaempferolo e derivati ​​della miricetina) e derivati del glucosio.

Un’ampia gamma di metodi in vitro ha confermato l’elevata attività antiossidante, antiradicalica e riducente dell’infuso acquoso di fireweed. E l’infusione ha mostrato di esibire una potente attività anticolinesterasica, con potenziali applicazioni per il trattamento dell’Alzheimer”, si legge tra le conclusioni. 

In sintesi, i ricercatori hanno individuato che:

  • l’infusione acquosa di camenerio ha mostrato una spiccata attività anticolinesterasica;
  • durante la fase della digestione in vitro, si è verificato un aumento dell’inibizione dell’attività dell’acetilcolinesterasi e della butirrilcolinesterasi, due enzimi che ostacolano la corretta trasmissione degli impulsi nervosi;
  • l’inibizione dell’acetilcolinesterasi era correlata al contenuto polifenolico totale nei fluidi digestivi;
  • l’infusione ha ridotto in modo molto efficiente l’attività dell’enzima infiammatorio COX-2.

In conclusione, il camenerio – sostengono gli autori – è una preziosa fonte di composti bioattivi da utilizzare nei disturbi associati a stati antiossidanti anormali, incluso l’Alzheimer”.

FONTE: Journal of Functional Foods

coohesion logo

LEGGI ANCHE: Moringa oleifera e proprietà anti-obesità

LEGGI ANCHE: Palma di Betel: l’estratto del frutto migliora l’osteoporosi

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna a Blog