Cumino nero ed effetti sulla steatosi epatica

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Cumino nero ed effetti sulla steatosi epatica

L’estratto ricavato dal cumino nero (Nigella sativa) ha manifestato alcuni effetti positivi nel ridurre steatosi epatica e fattori di rischio cardiovascolare. 

Abbiamo trattato a più riprese la steatosi epatica non alcolica, condizione comunemente nota con l’appellativo di fegato grasso, ed i possibili effetti preventivi e di contrasto esercitati da diversi elementi presenti in natura. In particolare, ci siamo soffermati sull’estratto di bergamotto, un agrume tipicamente calabrese oggetto di diversi studi internazionali per la sua capacità di proteggere il fegato e, in generale, l’organismo dalla lipotossicità.  

In altre circostanze, invece, abbiamo riportato gli esiti di uno studio che ha evidenziato il possibile ruolo preventivo dell’esercizio fisico e della nuciferina, una sostanza antiossidante contenuta soprattutto nel fiore di loto. 

Uno studio recente ha individuato un altro alleato naturale nel contrastare la steatosi epatica: il cumino nero (Nigella sativa). Appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, è considerata un’erba miracolosa. Da secoli, infatti, questa pianta viene utilizzata come rimedio naturale per varie malattie tra cui artrite reumatoide, diabete, asma, dislipidemia, ipertensione, ulcera peptica, diarrea e così via. 

L’estratto ricavato dal cumino nero ha anche dimostrato di avere effetti antiossidanti, antiparassitari, antinfiammatori, antivirali, antinfiammatori, antipiretici, antitumorali, antifibrotici e immunomodulatori.

Cumino nero e steatosi epatica

Partendo dagli esiti di ricerche precedenti che avevano messo in evidenza l’azione anti-fegato grasso dell’estratto di cumino nero, un team di studiosi provenienti dal National Institute of Pharmaceutical Education and Research, in India, ha condotto una meta-analisi sull’argomento selezionando i paper scientifici ritenuti più idonei.

ESITI – Questa revisione includeva quattro studi clinici randomizzati con un totale di 224 pazienti NAFLD. Gli autori hanno riscontrato che l’integrazione con estratto di cumino nero può ridurre significativamente gli enzimi epatici, cioè AST e ALT.

Il nostro studio ha anche identificato che l’integrazione di N. sativa può ridurre i livelli di C-LDL e trigliceridi e aumentare i livelli di C-HDL rispetto al trattamento di base. Inoltre, è stato riscontrato che il principale fattore che contribuisce alla NAFLD, l’indice di massa corporea, è ridotto grazie all’integrazione”, aggiungono gli autori.

In definitiva, l’integrazione di cumino nero è risultata ben tollerata e senza effetti negativi. Tuttavia, concludono gli studiosi, sono necessari ulteriori studi clinici con un gran numero di popolazioni per una durata più lunga per la conferma di questi risultati inerenti alla gestione clinica della steatosi epatica.


FONTE: Journal of Nutrition and Metabolism

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