Carciofo: proprietà e benefici

Torna a Blog
tagliere carciofo coltello

Carciofo: proprietà e benefici

Il carciofo fa bene al fegato, ai reni e agisce positivamente sui livelli di colesterolo. 

Il carciofo è senza dubbi uno degli alimenti più amati dagli italiani, ma non tutti sanno che è anche ricco di proprietà e benefici per l’organismo. Fa bene al fegato, ai reni, all’intestino, aiuta a normalizzare i livelli di colesterolo nel sangue e, in generale, esercita un’azione antiossidante. Questa pianta, infatti, è storicamente apprezzata dall’industria farmaceutica per le sue molteplici applicazioni. 

Se il caratteristico sapore tra dolce e amaro lo rende una pietanza molto richiesta dai cultori del buon cibo, i suoi potenziali benefici per la salute rendono il carciofo uno degli elementi in natura che attraggono maggiormente l’interesse accademico. In particolare l’interesse del settore nutraceutico, ovvero il ramo della ricerca scientifica che indaga clinicamente sulle proprietà terapeutiche degli alimenti. 

Oltre che per l’uso alimentare, il carciofo è noto anche per i suoi utilizzi in campo medico: l’estratto di carciofo, infatti, è impiegato per il trattamento di alcuni disturbi ai reni e al fegato.  

In questo articolo verranno trattati i seguenti punti:

quattro carciofi viola
Il carciofo è un ortaggio che presenta numerose proprietà terapeutiche e benefici per la salute.

Descrizione della pianta

Il carciofo appartiene alla famiglia delle Asteraceae. Si tratta di una pianta erbacea alta dagli 80 ai 150 cm e si coltiva in diversi Paesi appartenenti alla zona mediterranea. Le foglie basali sono lunghe tra i 30 e i 60 centimetri e larghe dai 5 ai 10 centimetri. La pianta presenta una nervatura centrale prominente e segmenti dentati sprovvisti di spine. Quando completa la maturazione, le foglie si rivestono di peli lunghi e finissimi nella parte inferiore mentre si mostrano verdi e glabre nella parte superiore.

Le proprietà del carciofo

Sono tante le proprietà terapeutiche del carciofo:

  • epatoprotettive;
  • ipocolesterolemizzante;
  • antiossidanti;
  • coleretiche;
  • colagoghe.

Questo perché la Cynara scolymus (nome botanico del carciofo) è ricco di componenti clinicamente attivi. Polifenoli, flavonoidi (luteolina, scolimoside, cinaroside, ecc.), acidi organici (malico, citrico ecc.) principi amari (cinaropicrina, ecc), zuccheri, enzimi, sali, fitosteroli (taraxasterolo) e altri elementi. Su tutti, però, spicca un derivato dell’acido caffeico: la cinarina, ovvero la sostanza principale che conferisce al carciofo le sue preziose virtù farmacologiche.

Benefici e controindicazioni

Come la silimarina nel cardo mariano, la cinarina esercita un’azione rigeneratrice delle cellule del fegato. Questo polifenolo, che agisce in sinergia con le altre componenti bioattive contenute nel carciofo, stimola la rigenerazione delle cellule epatiche incentivando un incremento del numero di epatociti e del contenuto di RNA, oltre a favorire la divisione cellulare

Come accennato in precedenza, il carciofo aiuta anche a regolare i livelli di colesterolo nel sangue e lo fa attraverso tre principali azioni:

  • inibisce la sintesi del colesterolo (inibizione dell’enzima HMG CoA riduttasi e dell’incorporazione dell’acetato);
  • elimina il colesterolo sotto forma di acidi biliari (azione colagoga);
  • inibisce l’ossidazione del colesterolo in LDL.

Come dimostrato da alcuni studi sui ratti, il merito è della cinarina e della luteolina, un flavonoide presente anche nelle foglie di timo e salvia. Inoltre, per i suoi effetti coleretici, l’estratto di carciofo è spesso raccomandato anche per il trattamento della dispepsia

Il carciofo è ben tollerato, ma – come riporta la Commissione E tedesca – è controindicato per chi è allergico alla pianta, per i soggetti con ostruzione dei dotti biliari, per chi soffre di calcoli alla colecisti e per le persone allergiche alle altre piante appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.

Curiosità 

Sono state avanzate varie ipotesi circa l’origine del termine. C’è chi sostiene che derivi da Cynara in seguito alla consuetudine di concimare questa pianta con la cenere. Secondo una leggenda, invece, sarebbe il nome di un giovane trasformato in carciofo. 

Per quanto riguarda l’origine della pianta, c’è chi sostiene che il carciofo sia una varietà del carduccio e sarebbe comparso in seguito ad una mutazione delle colture di questa specie verso l’inizio del XV secolo.

L’estratto idroalcolico secco di carciofo si ottiene dai capolini freschi non dischiusi del carciofo. Contiene una percentuale tra il 13% e il 18% di acidi caffeilchinici. L’uso medico del carciofo risale al XVI secolo.

Bibliografia

  • Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Enrica Campanini, Tecniche Nuove, 2012.
  • Fitoterapia: Impiego razionale delle droghe vegetali, Francesco Capasso, Giuliano Grandolini, Angelo A. Izzo, Springer Velag, 2006.
  • Fitoterapia per il farmacista, Piergiorgio Chiereghin, Tecniche Nuove, 2005.
  • Farmacognosia: Botanica, chimica e farmacologia delle piante medicinali, Francesco Capasso, R. de Pasquale, G. Grandolini, Springer, 2011.
coohesion logo

LEGGI ANCHE: Nutraceutica: definizione, significato ed esempi

LEGGI ANCHE: Bergamotto: proprietà e benefici

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna a Blog