Artiglio del diavolo: le proprietà dell’antinfiammatorio naturale
Caratteristiche, usi terapeutici, studi scientifici e curiosità sulla pianta che attenua il dolore.
Antinfiammatorio e analgesico naturale, l’artiglio del diavolo è una pianta originaria del Kalahari, una regione desertica situata nella zona meridionale dell’Africa. Spesso viene utilizzata in fitoterapia come rimedio naturale per il trattamento terapeutico di dolori articolari, reumatici, colpo della strega, mal di testa, mal di schiena e altri disturbi.
Andiamo a svelare le caratteristiche dell’artiglio del diavolo rispondendo ad alcune delle domande più frequenti su questa pianta:
- Perché si chiama artiglio del diavolo?
- Cosa cura?
- Cosa contiene?
- Quando assumerlo?
- Dove si può comprare?
- Gli studi scientifici
- Controindicazioni
- Bibliografia
Perché si chiama artiglio del diavolo?
Il nome prende ispirazione dalle radici sporgenti della pianta e, soprattutto, dalla reazione degli animali quando accidentalmente le urtano. La ferita provoca un dolore tale da farli agitare in maniera forsennata, tanto da sembrare indemoniati. Ecco perché la pianta dell’Harpagophytum Procumbens, appartenente alla famiglia delle Pedialiacee, è stata denominata “artiglio del diavolo”.
Cosa cura l’artiglio del diavolo?
L’artiglio del diavolo, quindi, provoca dolore lancinante a chi la calpesta. Al contrario, gli estratti di artiglio del diavolo producono l’effetto opposto, ovvero procurano sollievo da dolori e infiammazioni: il merito è da attribuire all’azione analgesica dei suoi elementi. Oggi, infatti, vengono impiegati per la preparazione di numerosi rimedi naturali, da usare soprattutto in caso di infiammazioni, dolori articolari e muscolari. Ma non solo.
Cosa contiene l’artiglio del diavolo?
La parte della pianta ricca di principi attivi è la radice tuberosa. Dal punto di vista farmacologico, l’azione antiflogistica ed analgesica degli estratti di artiglio del diavolo è dovuta alla loro capacità di inibire l’enzima LOX e il rilascio del TNF-α da parte dei polimorfonucleati. I principi attivi dell’artiglio del diavolo sono gli arpagosidi: se assunti con modalità e tempi adeguati, la loro efficacia antireumatica e antinfiammatoria è paragonabile al cortisone e agli antinfiammatori di sintesinon steroidei. In altre parole, nei casi più lievi, gli estratti di artiglio del diavolo possono sostituire i medicinali antinfiammatori da banco.
Per quanto riguarda la sua coltivazione e l’estrazione, come detto in precedenza si utilizza la radice che viene raccolta in autunno. Di norma, si estrae per macerazione in soluzione alcolica per 3 settimane, poi si spreme e si filtra. Il grado alcolico finale è di 45°.
Si tratta di una soluzione priva di tossicità ed alta tollerabilità gastrica: queste caratteristiche lo rendono un rimedio naturale indicato per tutte le infiammazioni.
Quando assumere l’artiglio del diavolo?
Tradizionalmente, viene somministrato in Africa come rimedio naturale per le malattie del sangue, i mal di testa e i reumatismi. Esternamente, invece, viene utilizzato per ulcerazioni e lesioni della pelle.
In tempi recenti, anche il mondo occidentale si è accorto dell’efficacia dell’artiglio del diavolo, complici alcune sperimentazioni cliniche che ne hanno evidenziato le proprietà benefiche per il trattamento terapeutico di:
- dolori reumatici (artrite, artrosi ecc.)
- dolori articolari
- torcicollo
- mal di schiena
- mal di testa
- colpo della strega
- tendinite
- contusioni
L’artiglio del diavolo, quindi, è un antinfiammatorio naturale a 360°. In particolar modo, l’estratto della pianta si è rivelato estremamente efficace per i dolori che investono la zona dorsale e lombare della colonna vertebrale.
L’elenco non finisce qui. L’artiglio del diavolo aiuta anche l’apparato digestivo stimolando sia l’appetito che la digestione. L’elevata presenza di glicosidi amari, infatti, spinge lo stomaco a produrre acidi gastrici e, più in generale, la presenza di alcuni principi incentiva la produzione di succhi gastrici e bile. Alcuni studi, inoltre, evidenziano come possa svolgere una funzione regolatrice in caso di dispepsia, risultando benefico in caso di costipazione, diarrea e meteorismo.
Non solo. Tra le proprietà terapeutiche, l’artiglio del diavolo risulta un rimedio naturale indicato anche per la cura di ritenzione e gotta. L’azione dei suoi principi amari incentiva l’eliminazione dell’acido urico e delle tossine che si depositano nei liquidi intrappolati nei tessuti.
Dove comprare l’artiglio del diavolo?
Le soluzioni antinfiammatorie a base di artiglio del diavolo si possono trovare in farmacia, parafarmacia oppure on-line. Tuttavia bisogna fare una distinzione tra uso interno e uso esterno.
Uso interno
Si trova in commercio sotto forma di estratto secco in polvere, tisane (300 gr di acqua bollente per 3-5 gr di radici in infusione prolungata; una tazzina prima dei pasti), compresse, capsule e similari. Si consiglia al lettore di non intraprendere il trattamento senza un parere medico.
Uso esterno
Si tratta di pomate oppure emulgel da applicare sulle infiammazioni, lesioni, ematomi, stiramenti ecc. Se stai cercando un emulgel a base di artiglio del diavolo, e non solo,ti consigliamo di dare un’occhiata al nostro prodotto, Artidia.
Gli studi scientifici
I primi studi sulle proprietà terapeutiche dell’artiglio del diavolo risalgono al 1958: dopo un test effettuato su un edema procurato su una zampa di ratto, il professor Zorn dell’Università di Jena (Germania) fu tra i primi ad osservare l’azione antinfiammatoria della pianta. Notò una riduzione dell’infiammazione e il ripristino della funzionalità articolare.
Successivamente, il tedesco Schmidt e il francese Belaiche effettuarono delle sperimentazioni cliniche che evidenziarono come le radici dell’artiglio del diavolo contenessero dei glucosidi dotati di attività largamente sovrapponibile a quella del fenilbutazone (una molecola sintetica nota per le sue proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche).
Recentemente sono stati effettuati studi clinici randomizzati sull’estratto di artiglio del diavolo, tra cui la ricerca del prof. Chrubasik. Nello specifico, l’esito del trial clinico – condotto su 250 pazienti con episodi di lombalgia, dolore osteoartritico al ginocchio o all’anca – ha evidenziato che “tra il 50% e il 70% dei pazienti ha tratto beneficio”.
Tuttavia, una meta analisi condotta dallo stesso Chrubasik, in collaborazione con Black e Conradt, ha evidenziato le problematiche di 20 sperimentazioni cliniche effettuate su vari prodotti a base di Harpagophytum (polvere, estratti acquosi ecc.): criticità di metodo che non avrebbero consentito, a detta dei ricercatori, di separare gli effetti dell’artiglio del diavolo da quelli di un placebo qualsiasi. Ad ogni modo, gli studiosi hanno osservato che i prodotti con una quantità minima di 50 mg di arpagoside nella dose giornaliera si sono rivelati più efficaci degli altri.
Controindicazioni
Controindicato in gravidanza, nei soggetti diabetici, nei soggetti con calcoli alla colecisti e in quelli in terapia con anticoagulanti. In caso di gastrite e disturbo gastroesofageo si raccomanda di testare la pianta inizialmente a bassi dosaggi: la sua azione intensa potrebbe peggiorare l’acidità.
Bibliografia
- La fitoterapia in uno sguardo, Francesco Capasso – Giuliano Grandolini – Renato Pescitelli, 2009.
- Le piante che guariscono: Le erbe più efficaci per curare tutti i disturbi più comuni, Istituto Riza di Medicina Psicosomatica, Riza, 2015.
- Erbe Officinali e Piante Medicinali, Tucci – De Leo, youcanprint, 2015.
- Prontuario per il corretto uso delle Piante Officinali, Pedro Benjamin – Luigi Cristiano, Apogeo, 2010.
- Varie cause del mal di schiena, Paolo Pigozzi, Demetra, 2000.
- Dizionario di fitoterapia e piante medicinali II Edizione, Enrica Campanini, Tecniche Nuove, 2006.
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